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2015-09-29 ‖ press

Donna Moderna - Ho provato a fare l'Intrappolato

Digito un codice segreto ed entro in una stanza buia. Non vedo nulla e sento un brivido sulla schiena. Non avrei mai creduto di rivivere da adulto uno degli incubi della mia infanzia: rimanere rinchiuso in un garage. Ma stavolta non c’è mio papà a rassicurarmi. Lo penso appena inizia la mia avventura nel primo “gioco di fuga” italiano: Intrappola.To, una via di mezzo tra un thriller e un reality show. I concorrenti, da un minimo di 2 a un massimo di 6, vengono imprigionati in una escape room, un ambiente senza luce dove bisogna risolvere una serie di enigmi per arrivare all’uscita. E hanno appena 60 minuti per farlo. «A ispirarci è stata la passione per questo genere di videogame nel web. Noi li abbiamo trasformati in un’avventura reale» racconta l’ingegnere Stefano Gnech, uno degli ideatori. Detto, fatto: l’ispirazione, arrivata un anno fa, si è trasformata in una attrazione che ha già conquistato oltre 30.000 italiani a Torino, Milano, Genova. E presto dovrebbe arrivare a Roma, Venezia, Brescia. Io ho scelto la stanza di Rimini, che affronto con i miei amici Renato, Valeria e Andrea. L’iscrizione? Costa 60 euro (su www.intrappolato.com). LA TENSIONE “CONSUMA” Avanziamo a tentoni, una musica inquietante accompagna i nostri passi, mi sento come una antilope inseguita dal ghepardo. «Guarda, Luca, ci sono alcune incisioni su quella vecchia credenza illuminata da una debole luce» mi dice Renato. L’indizio potrebbe aiutarci a superare il primo livello del gioco. Ogni tanto int